MFW: Milano Fashion Week 2019

milano fashion week 2019

Le vetrine del centro hanno appena smontato i saldi della stagione 2018/19 e moltissime di voi non vedono l’ora di riempire le shopping bag di colori e di tessuti leggeri per la primavera che speriamo ormai sia alle porte?

Eppure si è appena concluso lo spettacolo mirabolante della moda della Milano Fashion Week 2019, che ha visto in scena l’Autunno/inverno della prossima stagione.

È stato un tripudio di eleganza, colore, grunge…da vedere, da raccontare, da avere.

E ora ci proverò, a farvelo almeno assaggiare, dandovi solo qualche esempio significativo, che poi approfondiremo nei prossimi mesi, via via che si avvicinerà il nuovo autunno.

Milano Fashion Week 2019: cosa è sfilato sulle passerelle

Il ritorno all’eleganza

Uno dei must della prossima stagione invernale sarà il ritorno all’eleganza.

Per molte maison, infatti, si è notato un ritorno alla sartorialità, al tailored, all’eleganza classica.

Un nome per tutti? Dolce e Gabbana! Il non plus ultra è stato il titolo della sfilata: “ELEGANZA”, per non ingannare le aspettative!

Abito Dolce e Gabbana da “Vogue Runway”

Una delusione solo per i fashion blogger in prima fila, che si aspettavano i classici capi della maison in stile sporty, leisure o streetwear e che, invece, sono rimasti a bocca asciutta, ma, per tutti gli altri, è stato un trionfo di tessuti preziosi e di linee sapientemente disegnate sui corpi delle modelle.

Questo lavoro di cesello, è stato, tra l’altro, non solo raccontato da un video introduttivo all’inizio dello show, ma anche da un “maestro di cerimonie”che ha presentato, pomposamente, uno ad uno, i 127 outfit usciti in sfilata, in un modo quasi nobiliare. E l’eleganza era al top.

Il duo di stilisti ha dato veramente il massimo con questa sfilata, facendo uscire ogni gruppo di look, ispirato ad un tema che ha caratterizzato la casa di moda in questi 35 anni di storia: dall’animalier al pizzo, dal mannish al paillettato, dal floreale alle fantasie maschili, dal broccato al tulle.

È stato un tripudio di bellezza e femminilità, che riusciva a trasparire anche dai completi mannish in stile “padrino” anni 50, con cappello a tesa larga e trench stretto in vita, o dai“principe di Galles” oversize, doppiopetto e pantaloni larghi,con tanto di veletta gold a contrasto.

Mai come questa volta, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, hanno dimostrato la voglia di essere parte della moda “Made in Italy” e “Hand made”, scrivendolo anche, con innegabile ironia, su un abito a colonna, stampato con rocchetti di filo, aghi e tante mani, a sottolineare il ritorno all’impegno della creazione sartoriale e tailor made, ma anche ad esaltare il divertissement del lavoro che fanno, la loro giocosa ironia, il“non prendersi mai troppo sul serio. La Moda è una grande forma di Arte, per questo deve essere un, pur serissimo, gioco, in primis per chi la crea, altrimenti la creatività sparisce e diventa arido calcolo e geometria.

Il grunge

Donatella Versace interpreta in pieno questo filone. Nella prima collezione sotto M. Kors, reinventa le sue stampe iconiche e i suoi modelli di punta.

In un gioco di mix and match, accumula uno sull’altro i capi, facendone una nuova collezione, fatta di colori fluo: verde lime, rosso acceso, magenta, che si confondono con il senape, il tabacco, l’oro. Le stampe iconiche delle meduse compaiono nei leggings sotto le sottovesti in lycra con i pizzi a contrasto, che spuntano da wrap dress; indossati con cuissarde in stile camperos; i trench si sovrappongono l’un l’altro; i maxi volumi di pull tricot si vedono su gonne midi in raso elasticizzato, che sono indossate con anfibi borchiati; i reggiseni o i bustiere, sono a vista, in stile “bondage”, indossati sopra le camicie, che, a loro volta, sono indossate sopra dolcevita in Jersey.

milano fashion week 2019

Look Versace da “Vogue Runway”

Tutto è “upsidedown”, all’insegna della rivoluzione… significativo? Sicuramente! È una collezione che segna una rivoluzione della casa Versace, che, pur rimanendo ancorata alla sua origine, con le meduse, le Pins, l’uso della pelle, lo stile rock, diventa futuro, con la visione grunge, streetwear.

Donatella mescola tessuti e indumenti senza un apparente criterio estetico. Pantaloni e abiti, abiti stampati e anfibi, maglie oversize e gonne iperfemminili bordate in pizzo, sottovesti e maxi coat.

Ogni accostamento improbabile è giustificato, perché, come disse James Truman: “il grunge è la negazione della moda”.

Sarà vero? A dir poco OPINABILE! La mia opinione, ma io non sono Truman, è che sia stata una sfilata rivoluzionaria e, come diceva YSL, io penso che “Preferisco scioccare piuttosto che annoiare”. Ai posteri l’ardua sentenza!

Il mini

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Look “Philosophy di Lorenzo Serafini” by “Vogue Runway”

La più mini delle collezioni? La Philosophy di Lorenzo Serafini!

Se la stagione Autunno/Inverno 2019/20 sarà un anno di mini dress e mini skirt, questo lo si vede chiaramente dai volumi della collezione Philosophy: mini mini mini per antonomasia.

La sua sfilata è stata caratterizzata da una nostalgia strisciante agli anni 90: gli anni delle linee pulite, del minimalismo, del metallizzato, degli ankle boot a punta, con i kitten-hell, delle mini gonne, indossate con i maxi pull tricot.

Sono gli anni che hanno ispirato Lorenzo Serafini, e che lo hanno fatto diventare lo stilista che è, il decennio delle top model, alla Kate Moss, alla Naomi Campbell, degli stilisti dalle linee asciutte, come Helmut Lang.

Sparkling e femminile.

Ripercorre questi anni, ad ogni passo, la sua passerella, eppure ha uno sguardo al futuro nei materiali: ecologici e vegani, innovativi.

Splendido, ad ogni età.

Se c’è buon gusto e le gambe lo permettono, non c’è età per il mini: guardate le quarantenni e le cinquantenni meravigliose che lo indossano.

Potrei farvi i nomi di Alba Parietti, Alessia Marcuzzi, Naomi Campbell, ma ce ne sarebbero milioni di donne “qualunque”, che nessuno conosce, ma che sono splendide “over anta” che stanno benissimo con le gambe scoperte. Aggiungete sobrietà, un po’ di sicurezza, la naturale femminilità che contraddistingue ogni donna, lo stile e l’eleganza e sarete perfette, sia madri sia figlie.

L’oversize

Ecco Jil Sander, per fare un nome che è, per antonomasia, il simbolo della creatività oversize.

Look “jil sander” by “ Vogue runway”

Anche in questa stagione ha interpretato al meglio con i fratelli Meier, che disegnano per la maison, lo stile “dress over pants” con una sartorialità è una ricchezza dei tessuti unica.

Colori puliti, linee morbide e tagli impeccabili.

Il Bianco coconutmilk, il senape, il nero, l’antracite sono i colori, quasi neutri, della collezione.

Il lato maschile e femminile dell’outfit, si fondono e si confondono in tessuti morbidi, pelle o tricot: un vestito bianco su pantaloni neri a gamba dritta; pantaloni fluidi sotto abiti a chemisier o lunghe bluse fluide; pantaloni morbidi indossati sotto grandi kimono; tuniche lunghe alla caviglia; maxi dress.

Stratificazioni e accumuli mai ingombranti, ma leggeri, puliti, femminili nel loro essere semplici, nei loro tagli netti.

Recap

Mai come nell’Autunno/Inverno 2019/20, ciascuno potrà dare libero sfogo alla propria creatività, potrà uscire liberamente dalla propria comfort-zone, in cui troppo spesso si rifugia, osando nei colori, nei volumi, negli accostamenti.

Ognuno potrà giocare con il genderless, con i completi minimal o oversize in stile maschile; al contrario, potrà portare linee pulite, indossare la classicità di abiti scivolati, maxi dress a sottoveste, in morbidi tessuti lucidi, come raso o seta, o voluminosi abiti in broccato o taffetà; sarà possibile osare con mini volumi sotto e maxi volumi sopra: mini skirt e maxi pull, giacche dalle spalle larghe o maxi bomber con mini dress o aderenti pencil skirt al ginocchio…

Via libera al colore, al mix and match delle fantasie e delle texture: si al pizzo con la lana, si al patchwork della maglia con il raso, al tecno con il vintage.

 

…Sempre con buon gusto, quello non ha stagioni!

 

About the Author

Marianna

Mi chiamo Marianna, sono una bohemian, imprenditrice, scrittrice, esperta nella ricerca del genio artistico dei luoghi, una creativa insomma. Ogni posto che ho visitato mi ha lasciato un pezzo della sua anima ed ha arricchito la mia, perché l’arte è racchiusa nell’anima dei luoghi e l'eleganza, da sempre, parte dall'anima.

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