Fabergè: come si diventa gioielliere di corte

faberge

La storia che andrò a raccontare ha dell’incredibile: il mio protagonista per diventare il numero uno ha puntato tutto sul volontariato.

Molti pensano che devi avere il cassetto pieno di raccomandazioni e un gran didietro per lasciare un segno nella storia, se sei fra questi continua pure a cercare i quadrifogli, seppur in certi casi riconosco che la Dea Bendata esiste, eccome se esiste. “Un americano a Londra”, sembra il titolo dell’ultimo film di 007, invece è la storia di un americano che in una mattina di marzo stringe tra le mani un oggetto del valore di 20 milioni di euro, completamente ignaro.

La storia di un uomo e la sua fortuna inaspettata

In una giornata plumbea di marzo del 2012, in un paesino del Midwest, un uomo passa la sua mattina al mercatino delle pulci.

Ad attrarlo è uno strano oggetto in oro massiccio a forma di uovo con un orologio incastonato all’interno.

Lo acquista per 14 mila dollari con l’intento di rivenderlo a profitto. Sconfortato, parecchi mesi dopo e nessun compratore, l’americano, pensa all’unica soluzione possibile per liberarsene: fonderlo. Prima di farlo, decide di fare una ricerca in Google digitando il nome che vede inciso sull’orologio: Vacheron Constantin. Si imbatte così nella ricerca storica di Kieran McCarthy e leggendola gli prende un colpo.

Potrebbe trattarsi del terzo uovo perduto della collezione privata della zarina Maria Fyodorovna. Contatta il direttore del Wartski, Kieran McCarthy che lo invita a Londra per esaminare l’uovo, dopo un’attenta analisi McCarty eccitato come mai nella vita, conferma la straordinaria scoperta, si tratta proprio di un originale Fabergé.

La notizia fa il giro del mondo, l’americano, che vuole restare anonimo, diventa improvvisamente milionario.

Quando si dice che la fortuna bacia gli audaci.

Com’era questo uovo trovato in un mercatino?

Come era fatto questo uovo regalato da Alexander III, Zar di Russia, alla moglie Maria per la Pasqua del 1887?

L’uovo poggia su un tripode con zampe di leone, una ghirlanda contorna l’uovo in cui si intrecciano fiori e diamanti. Uno zaffiro cabochon chiude tutti i punti di unione. Con una piccola pressione al grande diamante a taglio brillante compare la sorpresa: l’orologio d’arte di Vacheron Constantin abbellito con lo smalto nel quadrante e le lancette in oro e diamanti.

Dovete sapere che le creazioni celebri di Fabergé sono il lavorio minuzioso di un’arte orafa che richiama le antiche lavorazioni iraniane e indiane, l’estro del maestro nel creare per stupire è la dimostrazione tangibile di un genio e di un talento smisurato.

Quante sono state le sorprese per la Zarina?

50 sono le uova che Carl Fabergè ha realizzato per la Casa Imperiale, di cui di 7 non si hanno più notizie.

Le ipotesi della loro fine sono tre:

  • Potrebbero trovarsi in un mercatino delle pulci di chissà quale paesino sulla terra
  • Saranno forse in bella vista su una credenza di un collezionista privato
  • Potrebbero alla peggio essere andate distrutte

Perché è così importante ritrovare le uova di Fabergè?

Perché l’arte perduta è come un romanzo a cui mancano delle pagine, questi preziosi oggetti sono capitoli della storia dell’800, ognuno rappresentante un episodio della vita dei destinatari: gli Zar di Russia.

Insomma è come se il finale di un film che vi sta commuovendo non ci fosse, se il libro che state leggendo che vi prende da morire mancasse degli ultimi tre capitoli.  Che nervi, vero?

Fabergè, un semplice orafo alla corte degli Zar di Russia

Gustav Fabergé, conosciuto come il gioielliere del Baltico, nel 1842 apre una gioielleria la House of Fabergé a San Pietroburgo e si sposa con un’artista danese, Charlotte Maria Fabergé. Carl nasce nel 1846 e cresce a latte e polvere d’oro.

Gustav si rende conto del talento del figlio e lo incita a studiare fino a quando, capito che la sua gioielleria sarà in buone mani, lascia la città e si trasferisce a Dresda con la moglie.

La gioielleria, che si trova in una posizione centrale, va in effetti a gonfie vele, tra i clienti si annoverano nobili e ricchi borghesi, ma nessuno della Casa Imperiale.

Alla fine dell’800 Carl si offre di restaurare, per la Casa Imperiale, antichi monili d’oro appena ripescati nel Mar Nero.

Lavora alacremente all’Hermitage senza gravare nelle casse imperiali, insomma a gratis, facendo il volontario, un gesto che non passa inosservato allo Zar Alexander III che ripaga l’impegno di Carl invitandolo ad esporre alla mostra d’Arte Russa.

E’ il 1882 e Carl non si lascia sfuggire l’occasione.

Decide di stupire il pubblico esponendo delle opere provenienti da ritrovamenti archeologici russi, come a testimoniare che anche la Madre Russia aveva un passato glorioso alla pari degli Stati d’Occidente.

La Zaira Maria Fyodorvna, in visita alla mostra, acquista nello stand di Carl una coppia di gemelli a forma di cicale, questo è di fatto la prima vendita alla famiglia imperiale.

Nel 1885 Alexander III commissiona ai Fabergé un oggetto da donare alla Zarina per la Santa Pasqua. Lei è molto triste, soffre di depressione, le manca la Danimarca, la sua terra d’origine.

Durante l’Ottocento le famiglie aristocratiche, terminate le celebrazioni, erano solite scambiarsi delle uova decorate. Lo Zar stupirà la moglie con il sorprendente uovo prezioso ideato a matrioska.

L’uovo di smalto bianco contenente un tuorlo dorato contenente a sua volta una gallina d’oro che porta con orgoglio la corona imperiale russa, è il primo di una lunga serie di arte e spettacolo che per 33 anni Carl Fabergé ideò per l’Imperatrice.

La collezione Uova Fabergè

Uno all’anno tutti diversi, formeranno la collezione più famosa al mondo, adesso conosciuta come Uova Fabergé.

Il compito di Carl è di far sorridere, stupire e divertire la Zarina ad ogni Pasqua, una festa molto importante per i russi.

Regalare delle uova è un’usanza che risale al XVII secolo.

L’intera collezione è il trionfo dell’ingegno di Carl tanto che al tempo la sua fama oltrepassò i confini, a Londra aprì una sede per soddisfare le richieste della famiglia reale inglese, più precisamente della regina Alessandra di Danimarca moglie di Edoardo VII e sorella della Zarina Maria che tanto aveva lodato l’arte dei Fabergé.

Si racconta che un amico fece un regalo all’Imperatrice Alessandra non particolarmente gradito e lei gli consigliò di andare da Fabergé se voleva renderla felice.

L’ultimo uovo che Alexander III regalò alla moglie Maria fu l’Uovo a Rete di Diamanti, nel 1894, l’anno in cui lo Zar morì a soli 49 anni.

Il figlio Nicola II continuò la tradizione del padre che aumentò la commissione a due uova, uno per la moglie Aleksandra Fëdorovna Romanova e l’altro per la madre Maria.

Le vicissitudini dovute allo scoppio della Prima Guerra Mondiale portarono lo Zar Nicola II ad abbandonare la Russia per prendere il comando delle forze armate. In quell’occasione, come tributo alla Sua Carica, Carl realizzò l’Uovo d’Acciaio, l’ultimo pezzo della collezione privata.

La storia racconta la fine tragica della famiglia imperiale, quasi per intero sterminata per volere di Lenin. Con la famiglia sparirono anche i loro tesori.

La magnifica collezione di uova andò venduta, persa, trafugata e solo 10 Fabergé non uscirono mai dalla Russia.

Dove sono finite le Uova Fabergé?

Grazie al magnate russo Viktor Vekselberg nove uova sono ritornate in patria, le acquistò dall’imprenditore americano Malcolm Forbes.

Dal 2004 si possono ammirare al Museo Fabergè di San Pietroburgo situato al Shuvalov Palace nel Fontanka River, uno dei più bei palazzi di San Pietroburgo. Alcune uova sono al museo delle belle arti in Virginia, altre al museo di New Orleans e in altri musei del mondo, 4 sono di una collezione privata e 7 le uova perdute o disperse.

Carl Fabergé muore a Losanna nel 1920 scappato dalla Russia durante la guerra e rifugiatosi in Svizzera portandosi appresso una piccola valigia, forse contente qualche pezzo di oreficeria preziosissimo, si pensa a qualche uovo.

Ora non ci resta che tenere gli occhi aperti.

Sono ancora 7 le uova Fabergé che non si trovano: abbiamo detto che la fortuna bacia gli audaci, chissà che girovagando tra i mercatini di antiquariato non veniamo attratti da un oggetto dalle forme strane che si apre come una matrioska, in oro massiccio e pietre preziose.

Se dovesse succedere, osservalo bene, fai delle ricerche in Google perché potresti essere proprio tu il futuro milionario.

Nel caso ricordati di farcelo sapere, noi di  ChicAdvisor, saremo lieti di raccontare la tua storia. 😉

Anche tu, coltiva il tuo talento

Carl Fabergé non è diventato il gioielliere di corte perché ha avuto fortuna, è andato incontro alla sua fortuna, ma questa era arricchita del suo talento, dei suoi studi e da un genio che non ha avuto eguali nella storia.

Il talento è una risorsa che molti non sanno di avere, liberati dai luoghi comuni, non è abilità eccezionale, non devi faticare come un mulo per conquistarlo, non ha età e non è per pochi.

Il talento è l’energia creativa che realizza la vera natura di ognuno di noi.

Coltivalo e non farlo fuggire quando l’hai individuato e ricordati, segui sempre il tuo istinto come ha fatto il grande Peter Carl Fabergé.

 

Courtesy of  immages :http://andrejkoymasky.com – Sentieriicona.it – Tass –buzz.gazeta.pl

About the Author

Stefania Zilio

E' una scrittrice, copywriter, ideatrice e conduttrice di programmi televisivi, counsellor in dinamiche relazionali, parla quattro lingue, studia in continuazione e legge almeno 3 libri al mese. Ama il gelato alla nocciola e crede nell’energia positiva Universale. Collabora con diverse testate ed è sempre alla ricerca di un impulso nuovo che le sconvolga la vita. Autrice del libro "Cuore in Trappola"

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