Nero, il Re dell’eleganza

il fascino del nero

”Non sempre la notte è tutto il nero di cui uno ha bisogno”

Non è difficile percepire la mia predilezione per il non-colore, basti guardare i miei accessori, i vestiti, le unghie o i piccoli oggetti che colleziono e trovo qua e là.

Nero. È il colore che da sempre mi fa sentire più sicura, che mi piace unire ad un tocco immancabile di luce, possibilmente oro.  Se penso che da bambina nemmeno volevo sentir parlare di oro, ma solo di argento, un po’ come tutti i ragazzini. Ma poi le cose cambiano e sono certa che questa fase rebel e rockeggiante l’abbiamo passata un po’ tutti… non sarà una sorta di evoluzione spirituale?

A ben pensarci, l’oro è la massima espressione di spiritualità, l’ultima fase della trasmutazione alchemica, mentre il nero rappresenta la nigredo, la prima fase che non ha però tutta l’accezione negativa che noi immaginiamo. Ma non era di alchimia che volevo parlare, ma del mio amore per il nero, uno dei due colori che contraddistinguono il mio progetto, Chic Advisor e del suo fascino universale.

Il colore della contraddizione… o dell’armonia?

 

Un colore dall’eleganza immortale che attira da millenni uomini e donne e racchiude in sé le più diverse sfaccettature, il  nero rappresenta l’occulto, il mistero, l’inconscio, l’ignoto; è il colore del buio, della pupilla e per alcuni del male, i cattivi vestono sempre in nero, ci hai fatto caso? È il fascino del mistero che non tramonta mai.

In psicologia, i colori sono segnali con valore universale e ogni colore che osserviamo causa una particolare reazione sensoriale. Nel test dei colori di Max Lüscher del 1947, che ricopre senza ombra di dubbio un posto di enorme valore nel panorama della psicodiagnostica del secolo scorso, il nero è oscurità assoluta, è il colore della protesta e della negazione.

Fin dall’antichità, il nero ha sempre assunto nelle diverse terre e culture molteplici significati. Per gli antichi  Romani, come per gli Egizi, era il colore del lutto, simboleggiato dalla la toga praetexta pulla, tanto che successivamente la morte viene chiamata dai poeti hora nigra.

Dall’accezione negativa che l’ha connotato nei secoli precedenti, nel Medioevo il nero comincia ad andare di moda, grazie ai maestri tintori di cui gli italiani furono mirabili esperti: furono infatti i primi ad ottenere neri perfetti e intensi, con cui valorizzavano capi che fino ad allora avevano un effetto grigiastro e sbiadito che con la loro maestria riuscirono a sostituire con un nero assoluto che nessuno era mai riuscito ad ottenere fino ad allora in ambito tessile.

il fascino del neroAndando al secolo scorso, nel 1926 Coco Chanel crea l’intramontabile tubino nero e dà il via ad abiti da sera dello stesso colore, indici di eleganza indiscussa: il nero diventa simbolo di bellezza e armonia assoluta. Trent’anni dopo, lo stesso tubino di Chanel verrà rivisitato da Hubert de Givenchy per il costume indossato da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. Abiti che hanno segnato la storia della moda e accompagnano ancora oggi i sogni di ogni donna.

 

 

 

I mille significati del nero

Il nero è il colore del sacro e profano, santo e diabolico, rivoluzionario e borghese.  E’  il colore del potere, degli alti funzionari, dei magistrati ma soprattutto dei creativi.

Perché i creativi sono tormentati e si sa, se non passi dal buio più nero, dall’introspezione, se non tocchi il fondo e non cadi nella caverna, difficilmente riuscirai ad arrivare in alto, all’oro, all’illuminazione, alla luce creativa. In fondo, per saltare in alto si ha bisogno di puntare bene i piedi a terra e più si scende, tanto più in alto si arriva. Ci hai mai pensato?

Il nero è il colore dei tormentati, dei poeti maledetti, degli artisti, dei cantanti, di chi detta la moda. Da Grease a Fonzie in Happy Days passando per tutti i rocker della storia, la moda di queste star era basata sul black, forse perché il nero è anche un colore ribelle, fascinoso e senza dubbio misterioso.

Il nero è trasgressione ma anche eleganza, è ribellione ma anche austerità e rigore. Uno stesso colore che attinge nell’animo umano forse più di chiunque altro e basta un accessorio, un taglio o un semplice stato d’animo a dargli una specifica connotazione.

Il mio nero, ovvero il mio amore per il black

il fascino del nero

Il nero per me è rassicurante, non fosse altro perché snellisce ed esalta la silhouette: con un capo nero qualunque difetto viene minimizzato e l’eleganza è alle porte. A volte rischio di cadere nell’errore del total black e allora cerco un tocco di luce, che sia oro, glitter o argento per sdrammatizzare il monocolore, un po’ come fanno i corpuscoli iridescenti al sole della lava vulcanica.

La lava, tutta colpa della lava!

I miei genitori pur provenendo da terre diverse sono nati sotto un vulcano, ben due vulcani in luoghi geografici differenti e credo che nel mio sangue una percentuale di lava inevitabilmente ci sia.

Ed è proprio sotto il sole della Sicilia e dalla lava che prende vita la mia attrazione verso il nero, un bisogno da indossare. Chi non ricorda l’italianissima Bellucci in Dolce & Gabbana nel famoso spot in bianco e nero a metà degli anni Novanta circondata da vecchie siciliane nerovestite, pizzi, rosari e gentiluomini ammaliati dalla sua femminilità, bellezza ed eleganza?

Immancabile nei dress code, nelle serate mondane, è un must have che non stona mai. Un tubino nero non può mancare nel guardaroba, così come un coprispalle o una decolletè, se poi sono sdrammatizzati da un accessorio animalier o da un tocco di luce, il gioco è fatto.

Indossare il nero dà la sensazione di distacco, austerità; con un capo nero addosso le persone fanno fatica ad avvicinarsi, quasi ne fossero intimoriti: in effetti tra tutti i colori è l’unico che tira fuori il timore reverenziale, come se il solo indossarlo ci trasformasse in persone più importanti, quasi più autoritarie, sicuramente da trattare con cauto rispetto.

Forse siamo attratti proprio dall’inquietudine del nero, così come tendiamo verso la luce.

Ma di questo ne parlerò la prossima volta.

About the Author

Marianna

Mi chiamo Marianna, sono una bohemian, imprenditrice, scrittrice, esperta nella ricerca del genio artistico dei luoghi, una creativa insomma. Ogni posto che ho visitato mi ha lasciato un pezzo della sua anima ed ha arricchito la mia, perché l’arte è racchiusa nell’anima dei luoghi e l'eleganza, da sempre, parte dall'anima.

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